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BOXE-Intervista a De Carolis. Campione di vita.

BOXE-Intervista a De Carolis. Campione di vita.


Ieri mattina, ospiti nella palestra Next di Monterosi, abbiamo fatto un intervista a De Carolis, nuovo Campione del Mondo WBA dei Supermedi.

Giovanni ha mostrato subito la sua classe e la sua umiltà: sorridente, disponibile e aperto a qualsiasi tipo di domanda o consiglio, ci ha anche permesso di seguire un allenamento e una seduta sparring di alcuni atleti da lui seguiti. Le ferite del match con Feigenbutz stanno rientrando e passeggiando tra le varie corone conquistate nella sua carriera, il campione ci ha parlato di sé e di questa splendida esperienza che lo sta travolgendo. La cura dei particolari, la conoscenza del corpo umano e dei metodi di allenamento, l’abilità nella spiegazione riguardo strategie e tecniche di preparazione ci ha lasciati a bocca aperta: Giovanni De Carolis non è solo un Campione nel ring, è anche una persona preparata, competente ed estremamente minuziosa sia riguardo le sue performance, sia riguardo le risposte forniteci.

 

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Giovanni, da dove nasce la tua passione per la boxe e quando hai capito che per te era più importante del calcio?

Si, praticavo calcio e inizialmente lo affiancavo alla boxe. Tutto iniziò per caso: fui colpito in uno scontro di gioco da un mio compagno di squadra più grande, ero diciassettenne. Questo mi diede fastidio, allora andai in una palestra per mettere massa ma capii che non era quello che mi serviva: in quella struttura si allenava Roberto Pilo e vedevo che non era la stazza a renderlo inarrestabile ma la sua tecnica nel quadrato. Ammirandolo, mi innamorai del pugilato.

 

Hai affrontato 2 volte Feigenbutz a casa sua e in entrambi i casi hai cercato di dettare i ritmi del match: qual è stata la strategia e quali punti deboli del tedesco volevi puntare?

In entrambi i casi avevamo studiato una partenza forte, cercando di avere noi in mano le redini del match. Analizzando gli incontri del tedesco, conoscevamo la potenza dei suoi colpi ma consapevoli che l’efficacia veniva meno quando non fosse in avanzamento. Inoltre, potevamo sfruttare la sua guardia statica, vulnerabile rispetto ai ganci, tanto che entrambi i K.O. nei due match sono avvenuti con Feigenbutz a guardia alta.

 

Cosa ha il De Carolis di oggi, Campione del Mondo, di più del De Carolis battuto a testa altissima da Abraham , pugile di cui parli spesso con molta stima?

Abraham è sempre stato un icona per me. Lo vedevo come il top della categoria e quando mi resi conto di doverlo affrontare fui felicissimo e consapevole della sua forza. Ricordo ancora un colpo che presi sul petto, mi intorpidì la parte sinistra del corpo, veramente pesante. Comunque, oggi sarebbe un altro match. Sarebbe come sfidare il De Carolis di due anni fa, quell’incontro è stato importante e ha segnato l’inizio della mia parabola ascendente, ora sono al top.

 

Una domanda particolare: cosa sarebbe accaduto se avessi perso la rivincita con Feigenbutz? Quali sarebbero stati i tuoi piani futuri?

Ovviamente non avrei avuto questa “risonanza” mediatica, di conseguenza avrei fatto come faccio da sempre: avrei proceduto con il duro allenamento, aspettando la chiamata per il prossimo match. Purtroppo senza cintura non si può scegliere chi sfidare. In realtà, dopo il primo incontro in Germania, lo staff di Feigenbutz aveva comunicato che non ci sarebbe stata rivincita. Sono state le pressioni mediatiche e il malcontento dell’opinione pubblica a spingere un secondo match perché ,con il verdetto dubbio,  serviva una rivincita che legittimasse chi fosse il vero campione.

 

La tua impresa e la cintura che hai conquistato fanno di te una LEGGENDA dello sport italiano. Te ne rendi conto o ancora non lo hai metabolizzato?

Mi stanno contattando in molti tra network, televisioni e cerimonie di premiazione. Nel pugilato la cassa di risonanza è ridotta e questa popolarità per me è una novità che ricevo volentieri dato che mi da la possibilità di promuovere il nostro sport, di pubblicizzarlo e di renderlo visibile a livello nazionale. Al di la di questo, amo molto la mia routine: gli allenamenti, la palestra che dirigo con mia moglie, la famiglia. In questo momento ho “incredibilmente” molti impegni istituzionali ai quali partecipo volentieri ma per amore del pugilato e della sua popolarità.

 

La boxe nazionale vede nella tua vittoria una speranza di risalita. Ma quale è il male che infligge la boxe? Il mancato ricircolo di atleti o qualcosa di più grande e istituzionale?

Gli atleti ci sono, le palestre sono piene sia di aspiranti, sia di buoni pugili. Manca la promozione. In Germania ho avuto la possibilità di vedere come pugili con record non entusiasmanti siano popolari e valorizzati dai media. In Italia questo non avviene, anzi, possiamo considerare già un buon traguardo la trasmissione degli incontri nel fine settimana.

 

Giovanni ha dimostrato umiltà e disponibilità. Ci ha ospitato nella sua palestra per ore, svelandoci qualche affascinante consiglio tecnico e strategico riguardo la nobile arte. Il pugile della BBT ha parlato con immenso affetto dei suoi allenatori Mattioli e Ascani, della palestra Team Boxe Roma XI e degli atleti che si sono allenati con lui in questi anni (Kolaj, Ricci, Faraoni, Demchenko ecc.).

Ringraziamo Giovanni e tutto lo staff della palestra Next, sperando di rivederlo presto col tricolore dietro le spalle e la cintura da campione stretta tra le sue braccia.

 

 

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Daniele Ercolani