Si è conclusa da poco la 99a edizione del Giro d’Italia. È il momento di tirare le somme e valutare i protagonisti in positivo ed in negativo della corsa rosa.
Vincenzo Nibali (Astana) voto 9: inizia il Giro soffrendo. Per gran parte della corsa non lascia il segno. Il penultimo week end sembra quello della resa: in salita la pedalata è legnosa, la cronoscalata è un calvario. Ad Andalo è l’ombra di sé stesso. Ma lo Squalo dimostra di essere un vero campione nelle ultime tappe. Dove non arrivano le gambe, ci pensano la testa, l’estro, la determinazione. Quando capisce di avere l’occasione per il ribaltone, non si fa pregare e in 48 ore realizza un autentico capolavoro. Immenso.
Esteban Chaves (Orica GreenEdge) voto 8: il sogno di un clamoroso successo sfuma proprio all’ultima tappa. Eppure la sua corsa è incredibile. Quasi nessuno lo considera un uomo di classifica particolarmente pericoloso, ma, quando le salite chiamano, lui risponde presente. Il Colibrì chiude secondo e mostra margini di miglioramento notevoli. Con una squadra più attrezzata per le salite ed una maggior esperienza nella gestione delle forze potrà diventare un sicuro protagonista.
Alejandro Valverde (Movistar) voto 7,5: lo spagnolo paga due giornate difficili che lo tagliano fuori dalla vittoria finale. Come sempre, corre molte tappe sottotraccia, pronto a lanciare la sua stoccata appena si crea l’occasione. Molto bene nelle prime due settimane, mentre nelle tappe in alta quota va in affanno e non riesce ad esprimersi al meglio. Comunque conclude un Grande Giro sul podio. Niente male per questo “vecchietto” terribile.
Steven Krusijwijk (Lotto NL) voto 8: non si vede nelle prime settimane, ma costruisce giorno dopo giorno un vero e proprio capolavoro. Solido come non mai, tiene un ottimo passo a cronometro ed in salita va fortissimo. La cronoscalata dell’Alpe di Siusi sembra essere il suo sigillo sulla corsa, il simbolo di una vittoria meritata. La storia del Giro d’Italia di questo simpatico olandese cambia drasticamente in una curva in discesa: addio alla Maglia Rosa, addio al podio e alle grandi ambizioni. Merita un voto in più per l’onestà con cui ha ammesso l’errore fatale e per il gran cuore mostrato in tutta la gara.
Rafal Majka (Tinkoff) voto 5: il polacco stecca l’esame di maturità. Sulle strade d’Italia, sogna il podio ma non è mai protagonista. A cronometro non incide, in salita non tiene sempre le ruote dei migliori. Conclude al quinto posto ma la corsa rosa lo boccia sonoramente: era partito con grandi ambizioni, ma, al momento, non è pronto per fare il salto di qualità. Avrà modo di rifarsi in futuro.
Rigoberto Uran (Cannondale) voto 5: dov’è finito il ciclista che sfiorò la vittoria finale per due anni consecutivi al Giro d’Italia? Per la seconda stagione di fila, il colombiano stecca l’appuntamento con la corsa rosa. A cronometro crolla, in salita non lascia il segno. Unica nota positiva è l’aiuto offerto al connazionale Chaves nell’ultima tappa. Ridateci il vero “Ciccio”, questa controfigura di Rigoberto non ci piace.
Ilnurin Zakarin (Katusha) voto 7: non conclude la corsa rosa ma vince l’Oscar per la sfortuna. A cronometro incappa in errori e problemi tecnici, che lo tormentano anche nell’ultima settimana. Terribile l’incidente che pone fine al suo Giro e gli lascia in dote una clavicola rotta. Eppure, in salita aveva confermato ottimi segnali, essendo sempre pronto ed attento quando la strada si impennava. Merita di essere rivisto all’opera in un grande Giro. Possibilmente con più fortuna.
Giacomo Nizzolo (Trek Segafredo) voto 7: è la Maglia Rossa di questo Giro. Conquista la classifica a punti a suon di piazzamenti. Purtroppo non conquista nessuna tappa. La maledizione della corsa rosa non lo abbandona e purtroppo Giacomo non riesce proprio a sbloccarsi. Ma, se non altro, dimostra di essere sempre sul pezzo, di non demordere mai. La Maglia Rossa è la giusta ricompensa per la grinta mostrata finora.
Marcel Kittel (Etixx Quick Step) e André Greipel (Lotto Soudal) voto 8: i due tedeschi si dividono le volate della prima settimana. Marcel conquista addirittura la Maglia Rosa per un giorno. Dimostrano di essere quasi imprendibili negli ultimi 500m. Un voto in meno per l’addio anticipato alla corsa rosa, ormai diventato una triste abitudine.
Mikel Nieve (Team Sky) voto 8: il basco riscatta un Giro che si stava incanalando verso il fallimento sportivo per la sua squadra, partita con grandi ambizioni di classifica con Landa. Con il ritiro del capitano, è Mikel a rendersi protagonista, vincendo la tappa con arrivo a Cividale e conquistando la classifica riservata agli scalatori. Salvagente.
Gianluca Brambilla (Etixx Quick Step) voto 8: vince la tappa con arrivo ad Arezzo e conquista la Maglia Rosa. Sembra una gioia effimera, ma il corridore tiene botta a cronometro, difendendo la maglia per un soffio e nel giorno successivo, capendo di non poter reggere il ritmo dei migliori, aiuta il compagno Bob Jungels a conquistare la leadership. Encomiabile.
Damiano Cunego (Nippo Fantini) voto 7: per gran parte del Giro è il leader della classifica degli scalatori e sogna una vittoria di tappa. Sfortunatamente il successo non arriva e, per di più, sfuma anche la Maglia Azzurra. Resta la bella impressione di aver rivisto un buon Cunego, in ripresa dopo stagioni molto difficili.
Diego Ulissi (Lampre-Merida) voto 8: due vittorie di tappa, tanta brillantezza ed un Giro da protagonista. Addirittura mostra un buon passo in salita, al punto da stare con i primi. È stato indubbiamente una delle note più interessanti di questa corsa.
Domenico Pozzovivo (Ag2r) voto 5: che succede? Il piccolo grande scalatore lucano parte con buone sensazioni ed inizialmente sembra avere la gamba giusta per poter puntare al podio. L’ultima settimana è un vero e proprio incubo con cui saluta prima il podio e poi la top 10. Troppo brutto questo finale per essere vero. Attendiamo una pronta reazione.
Tom Dumoulin (Giant Alpecin) voto 4: inizia nel migliore dei modi conquistando la Maglia Rosa. Sembra essere pronto a giocarsi la vittoria finale, ma alle prime difficoltà sparisce e si ritira. Purtroppo è una bocciatura grave per le sue ambizioni nelle corse a tappe.