La Slovenia ha finalmente trovato il suo re: Primoz Roglic, a quasi trent’anni, sale sul trono della Vuelta di Spagna. Il capitano della Team Jumbo Visma è fenomenale a crono vincendo l’unica tappa completamente francese a Pau, dopo i due successi al Giro. Poi resiste e, quando può, attacca. Arrivando al traguardo di Madrid da dominatore incontrastato. La Slovenia delle due ruote ha trovato il proprio re… e forse anche l’erede perchè a chiudere il podio, con tre vittorie di tappa, c’è il 21enne Tadej Pogacar della UAE Emirates, vera rivelazione della corsa iberica e miglior giovane della rassegna.
Primoz Roglic: la Slovenia ha il suo big
Roglic è il Primo(z) sloveno, concedeteci il gioco di parole, a mettere il proprio nome nell’albo dei Grandi Giri: ci aveva provato al Giro d’Italia quest’anno ma una marcatura troppo stretta nei confronti di Nibali (pur meritandosi un bel ‘7’ nelle nostre Pagelle) ed il calo di rendimento nell’ultima settimana, lo avevano relegato al terzo posto. Comunque, quello di Primoz Roglic non è un nome che viene fuori oggi e già l’anno scorso era arrivato quarto al Tour (dove annovera due vittorie di tappa) e nel 2017 aveva vinto l’argento a crono nel Mondiale di Bergen. Ma c’è dell’altro: infatti, Roglic prometteva benissimo anche con gli Sci ai piedi, tanto che a 18 anni divenne campione del mondo juniores nel salto con gli sci.
Primoz Roglic e la nuova scuola slovena
La Slovenia ha un’ottima tradizione nel mondo MTB e nell’ UltraCiclismo dove annovera la leggenda Jure Robic, scomparso nel 2010. Su strada, invece, non aveva ancora trovato il proprio campione. Nonostante abbia proposto degli ottimi atleti: a cominciare dai vari Brajkovic (vincitore del Delfinato nel 2005 e oro mondiale a crono Under 23 l’anno precedente), Derganc (vincitore del Brixia nel 2003 su Casagrande e Celestino), Hauptman (bronzo mondiale nel 2001), fino a Jure Pavlic ricordato per aver vinto la prima Maglia Azzurra di sempre al Giro.
Tra le nuove leve come non citare Mathej Mohoric (quinto all’ultima Sanremo e tante buone azioni proposte), oltre a Luka Mezgec (che è anche ottimo mountain biker), Tratnik, Polanc e Pibernik. Ma tra questi, come detto, l’atleta da tenere sotto osservazione, insieme a Mohoric, è Tadej Pogacar.
Vuelta 2019: flop italiano
E’ stato l’anno della prime volte: Roglic è il primo sloveno ad affermarsi nei Grandi Giri, così come Carapaz lo è tra gli ecuadoriani. Il Tour è andato al giovanissimo Bernal, al primo successo tra i big.
In Spagna, chi ha davvero deluso è stata la spedizione italiana: Formolo ed Aru hanno alzato bandiera bianca ed il solo Brambilla ha provato a mettersi in mostra nelle fughe senza mai trovare il guizzo vincente. Giunge al 42° posto nella Generale ed è il migliore tra i 13 azzurri che non riescono a centrare nemmeno un podio. Mai così male dal 1993.