E’ arrivata la seconda puntata delle Pagelle Giro d’Italia 2019. Abbiamo già dato i voti al vincitore Carapaz, allo sfortunato Dumoulin e tanti altri. E’ arrivato il momento di Roglic, grande sfidante di Nibali, e dell’italiano Fausto Masnada che ha rubato la scena durante tutta la corsa. E che dire della grande delusione Yates?
Pagelle Giro d’Italia 2019: che spettacolo la Androni!
LOTTO JUMBO – Tutti a disposizione di capitan Roglic ma qualcosa non va. Il momento clou viene raggiunto sulla discesa verso Como, tappa numero 15, quando lo sloveno prende il rifornimento dall’ammiraglia ma viene trascinato e dunque multato. Ai -5 poi rimane coinvolto in una caduta e deve prendere la bici di Tolhoek (6,5) per raggiungere il traguardo. Motivo? I componenti dell’ammiraglia (voto 3, per sfortuna e poca prontezza) si sarebbero fermati per espletare i propri bisogni fisiologici, rimanendo così attardati e lontani da Roglic che perderà i secondi decisivi per cercare la vittoria finale. Lo sloveno, voto 7, vince le prime due crono ma è il grande flop dell’ultima. Tanto basta però a raggiungere il primo podio in carriera in un Grande Giro. La squadra nel complesso non sembra all’altezza della situazione: va forte soltanto De Plus (6,5), soprattutto all’esordio (8° nella Crono) ma deve abbandonare alla prima settimana per una infezione. Ci si aspettava molto di più dalle prove a tempo di Van Emden (5) che invece rimane sempre attardato. ROGLIC LIBERA TUTTI, voto 6
ANDRONI GIOCATTOLI – SIDERMEC – Cosa sarebbe successo se Egan Bernal fosse rimasto in rosso? Non sappiamo. Ma quel che è certo è che Savio mette insieme la più sorprendente formazione del Giro. Le scene più spettacolari sono offerte da Fausto Masnada (voto 9), già autore di una grandiosa fuga alla ‘Classicissima’ e vincitore di due tappe al Tour of the Alpes, che diventa il primo italiano ad esultare in questa edizione sul traguardo di San Giovanni Rotondo. Si prende anche il podio di Ponte di Legno. Vince la classifica dei Traguardi Volanti e della Combattività Generale, il 2° posto nella graduatoria GPM, il 4° nella Ciclamino e il 20° nella Generale. Un vero spettacolo e una promessa per il futuro tricolore. Con lui battagliano anche Cattaneo (8), Frapporti (7,5), Vendrame (7,5): i primi due sono costantemente in fuga, con il bergamasco che ne porterebbe una a segno, a Como, se Cataldo non lo anticipasse sul traguardo. Andrea Vendrame mette la ciliegina sul Giro col secondo posto a San Martino di Castrozza. Ci si aspettava qualcosina in più da Gavazzi (6) mentre rimarrà nelle cineteche la scena di Montaguti (6,5) che pedala ‘alla Bersagliera‘ , nella sua fantozziana quarta tappa. Tutti gli effettivi raggiungono il traguardo finale: è un gruppo magnifico e i risultati arrivano. Dopo la Movistar, si prende il voto più alto delle Pagelle Giro d’Italia 2019. CHE SPETTACOLO, 9!
LOTTO SOUDAL – I belgi giungono in Italia senza un reale ‘uomo-classifica’ e l’intenzione non dichiarata di prepararsi al Tour. E così poco importa se arrivano a Verona dimezzati. Gli uomini di Leysen rimangono comunque uno dei team da battere: forte, ben assortito e competitivo soprattutto nelle tappe pianeggianti. Caleb Ewan ( 7,5) si prende due vittorie e altrettanti podi ma il suo voto, pur buonissimo, viene abbassato a causa del ritiro in preparazione al Tour, prima che comincino le montagne. La Soudal così si affida a Campenaerts (6) e De Gendt (6,5) per ritrovare il podio nella crono finale ma soprattutto dal recordman dell’ora (due secondi posti a crono) ci si aspettava il successo. VOTO 6,5, CONCRETI
EDUCATION FIRST – Gli americani si presentano al Giro senza gli uomini di punta: Uran, Woods, Van Garderen, Phinney e gli uomini delle Classiche Bettiol e Vanmarcke. I riflettori erano tutti su Sacha Modolo (s.v.) che, dopo un buon avvio, ha alzato bandiera bianca: il veneto, da pochi mesi, ha scoperto di soffrire alcune intolleranze alimentari ed ha dovuto variare la propria dieta e la preparazione in vista del Giro. Non arrivano podi ma Carthy (7) e Dombrowski (6,5) fanno il massimo per tenere a galla il team, sfiorando la Top10 della Generale: il primo poi è l’unico a tenere il ritmo di un indiavolato Nibali sul Mortirolo e centra il 3° posto nella classifica per la Maglia Bianca. Insomma è una promessa. Il capitano Tanel Kangert (6) non brilla ma termina comunque 18° e la EF piazza così tre uomini nei primi 20. MAGRA CONSOLAZIONE, voto 5,5
TEAM DIMENSION DATA – Da una squadra così esperta ci aspettavamo molto di più. Enrico Gasparotto (voto 10, alla carriera) era il più anziano della corsa ed al suo ultimo Giro ha trascinato il giovane O’Connor (6) che tanto bene aveva fatto l’anno scorso, quanto ridimensionato in questo. Chi si aspettava la zampata di Nizzolo (5) è rimasto deluso dopo i soli due quinti posti, prima di ritirarsi per preparare le corse future. Poco altro da segnalare per una squadra che ha fatto giusto una comparsata. Voto 5, CAMEO
AG2R LA MONDIALE – I transalpini fanno un buon giro. Ma se in tanti si aspettavano Vuillermoz (5,5) o Tony Gallopin (6), la scena se l’è presa il giovane Nans Peters (voto 7,5) che nella prima parte occupa il secondo posto della Generale, poi si va a prendere una bella vittoria in solitaria ad Anterselva. Era un esordiente in rosa così come Tony Gallopin che cercava la vittoria di tappa in tutti e tre i Grandi Giri: è arrivato il secondo posto a L’Aquila dietro ad uno scatenato Pello Bilbao. Chiudiamo con Nico Denz (6) che, nonostante la maglia nera indossata per un giorno, ha saputo emozionare a Santa Maria di Sala sfiorando l’impresa con Maestri e poco prima i tre fuggitivi avevano evitato il disastro, schivando la bici lanciata da un pazzo sulla strada. Voto 6,5, POSITIVI
MICHELTON – SCOTT – ” I miei avversari dovrebbero farsela addosso, sono io il favorito” diceva Yates (5) ad inizio Giro. “E’ stato straziante. Mi sono impegnato molto. Ma non è andata come mi aspettavo” dirà a fine corsa. Queste sono le frasi che riassumono il Giro dell’uomo di punta della Michelton. Dopo la bella edizione dello scorso anno, ci si aspettava il salto di qualità del britannico che invece rimane in gara soltanto nella crono iniziale (2°). Aggiunge un altro 2° posto a Courmayeur e un 3° a Como ma effettivamente non attacca e non è mai protagonista rimanendo spesso nei gruppi inseguitoti quando il gioco si fa duro. Peccato. La squadra, completamente a sua disposizione, era di tutto rispetto, basta vedere l’ottimo Chaves (8) che colleziona un successo di tappa e un secondo posto, così come Mikel Nieve (7) secondo al Lago Serrù. Così come bene ha fatto l’esordiente ad un Grande Giro Lucas Hamilton (7), quarto a L’Aquila e 25° finale. Nemmeno il ds White sa dare una spiegazione alle prestazioni incolori di Yates, comunque ottavo nella Generale. OCCASIONE PERSA, voto 5,5
BORA – HANSGROHE – Il campione di Germania si prende un posto di rilievo al Giro: è questo il punto di forza della Bora. Pascal Ackermann (voto 8,5) con due vittorie, un 2° e tre 3° posti si inserisce nella grandiosa fucina teutonica di velocisti in compagnia di Zabel, Kittel, Greipel, Degenkolb, Ciolek che hanno fatto il bello ed il cattivo tempo sui rettilinei finali degli ultimi anni. Ackermann torna a casa con la maglia Ciclamino sulle spalle. E quando lui non riesce ad andare a podio, vedi la caduta di Modena, ci pensa il connazionale Selig (6,5). La Bora è una squadra davvero forte: come non pensare all’umile Cesare Benedetti (voto 8)? A Pinerolo arriva il primo successo in carriera, nella prima vera tappa in salita. Esulta poco, con serenità ma senza eccedere. Anche Formolo (6,5) è spesso protagonista con due terzi posti ma gli manca sempre la zampata decisiva e chiude al 15° posto. Con un team così, un capitano che non brilla diventa una delusione. Come il quotato Rafal Majka (5,5), sesto posto finale, che non sembra mai ingranare. TANTO LAVORO, voto 6,5