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ESCLUSIVA – Alla scoperta di… talenti nascosti! Incontriamo l’agente FIFA Simone Bottini

ESCLUSIVA – Alla scoperta di… talenti nascosti! Incontriamo l’agente FIFA Simone Bottini

Alla scoperta di

La redazione di Lo Sport 24 ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva l’agente Fifa Simone Bottini

E’ una domenica di fine marzo e il paesaggio corre veloce fuori dai finestrini del treno che ci porta a Piacenza. Stiamo andando allo Stadio Siboni a incontrare Simone Bottini, agente FIFA e a vedere la partita Pro Piacenza – Legnago. Simone Bottini è nato a Milano nel 1982 ed è diventato da giovanissimo agente FIFA. Ci accomodiamo e mentre in campo l’arbitro fischia l’inizio della contesa,  sulle gradinate dello stadio iniziamo la nostra conversazione.

La prima domanda è di routine: come ti è venuto in mente di diventare agente FIFA?

“E’ un mestiere ma prima ancora una passione che nasce da un’altra passione, quella per il calcio. Sembrerà banale dirlo, ma è lo sport più  bello del mondo. Durante l’università, mi sono laureato in giurisprudenza e per curiosità ho frequentato un corso di diritto sportivo. Mi si è aperto un mondo davanti. Ho così scoperto il fascino della figura del procuratore sportivo. Alla fine ho pure fatto la tesi per scoprire tutto quello che riguardava questa affascinante professione. Una volta ottenuta la laurea, non ho smesso di studiare e nel 2010 sono riuscito a superare l’esame da procuratore. Da lì, amando sempre di più il calcio, con il  mio pezzo di carta in mano, necessario ma non sufficiente, ho incominciato a lavorare.”

Nel merito cosa fa un procuratore o agente FIFA?

“E’ un mestiere bello e affascinante, purtroppo molto difficile perché oggi ci sono pochi spazi di movimento. Si tratta di una figura professionale che deve sempre di più pensare in chiave globale, l’orizzonte deve essere il mercato mondiale e non solo quello italiano. La crisi che stiamo vivendo ha colpito il mondo del calcio come tutti gli altri settori, e soprattutto in Italia sta segnando profondamente il modo di vivere questo sport. Bisogna quindi aprirsi all’estero. All’inizio è molto complicato perché non si lavora subito con i top player, ma si va alla ricerca dei talenti nascosti innanzitutto sui campi di periferia, facendo la gavetta nelle categorie minori. Insomma, grandi tragitti in macchina, sabati e domenica fuori a veder partite con qualsiasi condizione atmosferica, spesso per non trovare nulla di interessante.”

Quindi come fai a capire che un giovane è un “talento nascosto”?

“Essendo un mercato saturo, con una concorrenza spietata, la sfida è andare a vedere nei campi minori i ragazzi che nessuno ha ancora notato e quindi valorizzato, ma che invece intuito ed esperienza dicono essere dei veri giocatori. Questo fa la differenza: scoprire un talento prima degli altri. Il secondo ingrediente della formula vincente è far parte di un network, avere rapporti e relazioni che ti permettono di conoscere, di muoverti più agilmente su più fronti e usufruire così delle segnalazioni di giovani interessanti.”

Spiega meglio cosa intendi per network!

“Oggi da soli si fa poca strada, dobbiamo smettere di giocare da soli e iniziare a fare “gioco di squadra”. Da qualche mese ho iniziato a collaborare con una società che crede nel valore del network, si chiama Sport Plus 4 You. Con loro sto sviluppando nuovi progetti, anche su mercati esteri, che da solo non potrei fare. La società è giovane e molto dinamica e può contare anche sull’esperienza di un campione del Mondo, Fulvio Collovati con cui ho la fortuna di lavorare. Si punta infatti alla qualità di un servizio a 360 gradi per lo sportivo, insomma un progetto molto ambizioso che accompagna non solo il calciatore, ma tutti gli sportivi dalla procura, al tema dello sponsoring fino a una gamma completa di servizi specializzati.”

In questi quattro anni di attività quanti talenti nascosti hai scoperto?

“Posso parlarti del presente, i giovani di oggi su cui io mi sentirei di scommettere. Il primo che mi viene in mente è Giacomo Corduas, nato nel 1994, è un difensore centrale della Marcianese in Serie D ed è stato capitano della rappresentativa Serie D al torneo di Viareggio. E’ un giovane di grandi prospettive, che ricorda tantissimo Christian Chivu. Gioca sempre tranquillo, interviene con esperienza e sicuro su ogni pallone, proprio come il fuoriclasse ormai ex-Inter. Non è un caso che diverse squadre di Lega PRO abbiano fatto il suo nome per accaparrarselo.”

Altri giovani che ti vengono in mente?

“Guarda in campo: sulla fascia, il terzino si chiama Alessandro Castellana e quest’anno ha già fatto tre gol. La Pro Piacenza non lo mollerà mai. E’ un classe 1995, molto serio, con grande grinta e determinazione, non molla mai e può giocare benissimo sia a destra che a sinistra. Ha tutte le carte in regola per diventare un professionista. Se poi guardi un po’ più avanti, in mezzo al centrocampo, vedi un altro giocatore del Pro Piacenza. Quello alto, con un ciuffetto di capelli bianchi. Si chiama Lorenzo Marmiroli, talentuoso dalla tecnica sopraffina e intelligente tatticamente. Ottima visione di gioco e grande interprete di entrambe le fasi del gioco, sia della fase difensiva che di quella d’attacco. Mister Franzini lo considera un titolare inamovibile.”

Come finisce questa partita?

“La Serie D è dura, per certi versi anche di più delle alte categorie. I ragazzi che giocano devono fare grandissimi sacrifici, consapevoli che non basta il talento e la bravura, ma servono tanta fatica e una buona dose di fortuna. Guarda come corrono in campo senza risparmiarsi. Secondo me finisce 1 a 1.”

Grazie Simone, in bocca al lupo e ci vediamo alla prossima.

“Grazie a te e agli amici di losport24.com”

(per la cronaca, le due squadre hanno pareggiato e con un gol a testa)

Picture of Luca Pierotti

Luca Pierotti

Luca Pierotti nasce nel 1974 da Marco e Mirella. Consegue la Laurea in Scienze Politiche, indirizzo internazionale. Ama la musica, andare in moto e giocare a calcio con gli amici. Sposato con Delia, hanno cinque figli. Vive a Milano.