La Figc accoglie la richiesta dei giocatori e degli allenatori ed ufficializza il rinvio di Genoa-Parma.
A spiegare le motivazioni è il presidente Tavecchio: “Domenica il Parma non gioca, è un fatto grave ma mi assumo la responsabilità di questa scelta. Domenica scorsa è stata rinviata la partita perché i giocatori non volevano giocare a porte chiuse. Non ho voluto mortificarli. Poi non sono stati fatti i passi che avevo auspicato. Nessuno ha presentato i libri in tribunale, quindi non si è aperta una procedura fallimentare e non si è ancora potuto iniziare un esercizio provvisorio per aiutare il Parma. La Lega di A si è detta disponibile ad aiutare un soggetto credibile, che può essere solo il Tribunale. Il Parma è allo sbando, ma la Figc non ha nessuna responsabilità per il default del club né per quello che è accaduto dall’estate scorsa a oggi. In questo momento nessuno può dare un euro ad una società che sta fallendo, ma non è ancora fallita. Quindi, considerato lo stato d’animo dei calciatori, valutata la richiesta dell’Aic e dell’associazione degli allenatori, rinviamo la partita con il Genoa, ma sarà l’ultima volta“.
Tavecchio parla anche di prossimi provvedimenti che sono stati considerati necessari dopo il “caso Parma”: “Il consiglio ha dettato le linee guida che prevedono grosse restrizioni e responsabilità per chi compra un club di A. Non si potrà più acquistare una società per 1 euro“.
In giornata era stato Alessandro Lucarelli, capitano degli emiliani, a manifestare la volontà dei giocatori: “Non giochiamo a Genova. La Federcalcio dovrà ufficializzare il rinvio e, se non succederà, faremo sciopero. Noi andiamo avanti per la nostra strada. Non ci sentiamo tutelati da nessuno. Fino al 6 marzo, quando è prevista l’assemblea, rimarremo fermi“.
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