Quattro giorni di dominio incontrastato, dalla prima all’ultima buca. Il suo solo terzo trofeo in carriera è uno dei più prestigiosi al mondo, e quella giacca verde indossata come tanti altri campioni nelle precedenti 78 edizioni, da Ballesteros a Nick Faldo, da Arnold Palmer a Nicklaus, fino ad arrivare a Tiger Woods e Phil Mickelson.
Ma quest’anno chiunque, compresi Bubba Watson, Rory McIlroy e Sergio Garcia, si è dovuto inchinare allo strapotere del giovane 21enne di Dallas, che è diventato anche il secondo golfista più giovane di sempre ha iscriversi tra i vincitori del torneo di Augusta, dietro solo a Woods, che ieri, al rientro dopo un piccolo stop, ha chiuso 17esimo e riportando un piccolo infortunio al polso.
Il texano dall’animo gentile ma determinato non ha lasciato scampo a nessuno, non ha mai perso la concentrazione, anche quando l’enorme vantaggio poteva giocargli un brutto scherzo o quando Mickelson e Justin Rose hanno tentato qualche timida rimonta.
Un altro elemento lega il Jordan Spieth di oggi a quel Tiger Woods che esplose nel 1997, ovvero quel -18 finale con cui entrambi adesso detengono il record della manifestazione, anche se il primo è riuscito ad andare perfino oltre, per poi mollare un colpo all’ultima buca.
E che dire sul successo di dicembre all’Hero World Challenge, torneo organizzato proprio dal longevo ex numero 1 al mondo, una vittoria che insieme a quella dell’Australian Open a novembre, ha fortificato la consapevolezza dei propri mezzi nella testa del ragazzino terribile dell’ultima Ryder Cup, l’unica nota positiva insieme a Patrick Reed del team USA.
Ma questo talento non è si è liberato solo negli ultimi mesi, perché i primi avvertimenti si erano già presentati proprio nell’ultima edizione del The Masters, con Spieth che era rimasto a lungo al fianco di Bubba Watson, lungo 54 buche che gli sono servite per accrescere la propria esperienza e per affinare quel putt che si è dimostrato micidiale sul perfetto prato verde dell’Augusta National Golf Club.
E poi il sostegno che non è mai mancato né dal proprio caddie, né da campioni del passato come Ben Creshaw, che ha rivisto in quel ragazzo la sua immagine uscita 40 anni fa dalla stessa University of Texas che Jordan frequenta, e soprattutto il supporto della famiglia.
28 birdie e tanti colpi di pregevole fattura per una promessa che sembra essere già diventata realtà.
Classifica finale
1 Jordan Spieth -18
2 Phil Mickelson -14
Justin Rose -14
4 Rory McIlroy -12
5 Hideki Matsuyama -11