ESCLUSIVA – Domenico Pozzovivo: “Anno altalenante, nel 2016 voglio una tappa”

Losport24 ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Domenico Pozzovivo, talento italiano della AG2R La Mondiale, vincitore del Brixia Tour nel 2010 e del Giro del Trentino 2012, oltre che grande protagonista del Giro d’Italia degli ultimi anni. Quando la strada sale, lui risponde presente.

Buongiorno Pozzovivo, innanzitutto facciamo il punto sulla stagione da poco conclusa: come la valuta?

“È stata una stagione in chiaroscuro: purtroppo sono stato condizionato fin da subito dal grave infortunio rimediato nell’agosto 2014. Inoltre quando mi sono presentato al Tour Down Under ero reduce da un intervento per rimuovere una placca. Ci sono state complicazioni per via degli allenamenti e i punti facevano male quando andavo in bici. All’inizio non avevo in programma di rientrare in Australia ma alla fine è stata una scelta che ha pagato. E poi la Tirreno Adriatico mi ha lanciato verso il Giro della Catalogna. La vittoria sul traguardo di Girona è stata importante perché è stata la prima con la mia nuova squadra, perché il successo è arrivato in una corsa di World Tour e perché ero reduce da un grave infortunio a tibia e perone. È difficile ritornare come prima: la gamba destra era ridotta molto male. È stata la conferma che ero riuscito a tornare su alti livelli. Ho disputato un’ottima Liegi ed ho vinto anche in Trentino. Al Giro sono stato sfortunato. Quella caduta è stata la chiave in negativo della stagione. Peccato perché ero nel mio picco di forma. La caduta ha condizionato il resto dell’annata”.

Ecco, senza quella caduta, dove sarebbe potuto arrivare?

“È un rammarico per me perché pensavo seriamente di stare nella top five e magari sarei stato dentro la lotta dei primissimi in classifica. Ammetto che comunque anch’io avrei pagato da Contador a cronometro perché è stato bravissimo”.

Domenico Pozzovivo

Quali sono gli obiettivi di Pozzovivo nel 2016? Ha già un’idea del calendario della sua stagione?

“Al momento no. La squadra attende la presentazione del Tour (in programma per oggi ndr), poi decideremo durante il primo ritiro sulle Alpi a metà novembre. Lì avrò le idee più chiare. Comunque il Giro presentato è molto bello, anche se ci sono diverse tappe che non sono adatte alle mie caratteristiche. Comunque le cronometro non sono male, anche per chi non è specialista. La prova contro il tempo più lunga non è piatta e può riservare sorprese. La grande incognita dei tapponi sarà il meteo, che negli ultimi anni è sempre stato una variante importante. Ovviamente spero di vincere una tappa in un Grande Giro, visto che mi manca dal 2012. Ovviamente tenendo un occhio alla classifica, che è sempre importantissimo”.

Com’è convivere in gara e fuori con un astro nascente del ciclismo francese ed internazionale come Romain Bardet?

“Romain è un ragazzo molto professionale, dà sempre il 110%. Cura sempre molto gli allenamenti e l’alimentazione. Dimostra una grande maturità. In bici è uno dal temperamento da attaccante, a volte dobbiamo frenarlo in gara perché va gestito con le energie. Cerca sempre di dare il massimo”. 

Domenico Pozzovivo Ag2R

Da corridore, come giudica la prestazione della Nazionale Italiana ai mondiali di Richmond?

“Si sapeva che il percorso non sarebbe stato troppo duro. Essendoci strappi solo nel finale era prevedibile che la corsa sarebbe stata compatta fino all’ultimo giro. Non è facile azzeccare il finale. Si può recriminare sulla gestione ma sono attimi e senza le radioline non è semplice. Per vincerlo bisogna essere dei fuoriclasse ed è facile commettere un errore”.

Da poco è uscito “The Program” il film di Stephen Frears incentrato sulla vicenda di Lance Armstrong e sul più grande scandalo doping degli ultimi anni. Secondo Lei, questa pellicola può danneggiare l’immagine del ciclismo? Condizionerà il pubblico?

“No, non credo che il film possa influenzare gli spettatori anche se certamente non fa il bene del ciclismo. Fortunatamente il ciclismo di oggi non ha più niente a che fare con questa vicenda. Probabilmente questo film è un’esagerazione, visto che adesso c’è anche un grande impegno da parte dei ciclisti stessi. Si dovrebbe anche cercare di diffondere l’attuale realtà. Si può migliorare? Senz’altro, si può sempre fare meglio, anche se va detto che nessuno sport è come il ciclismo nella lotta contro il doping. L’importante è non cullarsi su questo aspetto”.

Da piccolo c’era qualche ciclista a cui si ispirava?

“Quando mi sono avvicinato a questo sport mi piaceva molto Bartoli, anche se aveva caratteristiche diverse dalle mie”.

E non c’è un collega o un ciclista di un’altra generazione a cui lei vorrebbe in qualche modo assomigliare o del quale invidia in senso positivo qualche qualità?

“Sicuramente mi piacerebbe essere come Pantani per il modo con cui andava in salita e per come sapeva emozionare la gente”.

La redazione di LoSport24.com ci tiene a ringraziare per la disponibilità mostrata l’ufficio stampa del AG2R La Mondiale e Domenico Pozzovivo, il quale ha affrontato con grande entusiasmo e cortesia questa chiacchierata. Facciamo loro i nostri migliori auguri.
La riproduzione, anche solo parziale, deve avvenire previa citazione della fonte.

Parole Chiave