BOXE – Ricci arrestato per rapimento di un bambino

Purtroppo, ancora una volta, le imprese sportive vengono oscurate dai fatti di cronaca: Mirco Ricci arrestato per rapimento è un colpo da ko per tutti gli appassionati della nobile arte, e il peggio è che non si può definire come inaspettato.

La serata di ieri al MandelaForum di Firenze, alla quale aveva presenziato anche una personalità mondiale come Vitali Klitschko, doveva essere la prima pagina con cui la boxe poteva farsi di nuovo bella: la favola di un over 40 come Bundu che s’impossessava del titolo europeo dei welter, con tanti giovani pugili italiani di belle speranze sullo sfondo. Se proprio bisogna affrescare più del dovuto (e i risultati dimostrano che non ce ne sarebbe bisogno), si sarebbe potuto anche parlare di Obbadi come simbolo di un’integrazione culturale riuscita tramite uno sport nobile ma caduto in disgrazia, almeno tra i confini nazionali.

Invece no. Non si può ignorare ciò che è accaduto e che, visto il soggetto, non è una novità. E a rimetterci, purtroppo, è la nobile arte italiana, già piena di stupidi pregiudizi. Per colpa di pochi, questo sport non riuscirà mai a liberarsi di lettere scarlatte che gli sono ormai state cucite al petto da tempo.

LA VICENDA – Un affare di droga ha portato Mirco Ricci, talentuosissimo pugile già campione intercontinentale WBA dei massimi leggeri, a rapire un bambino di soli 9 anni. Il misfatto, condito da aggressione e minacce, sarebbe stato compiuto mercoledì all’alba, per forzare la restituzione di una partita di droga rubata da una donna. La madre del bambino ha denunciato il tutto alla polizia, che si è mossa tempestivamente, recuperando il piccolo e mettendo le manette Palma Condemi, 54enne madre del pugile, e Sonia Cataldi, 25enne proprietaria dell’appartamento dove per 48 ore è stato tenuto il bambino di 9 anni. Ricci ora dovrà affrontare accuse di sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravato dalla minore età del sequestrato.

SOLO E MALACCOMPAGNATO – Non si può dire che questa sia una novità per Ricci, già finito più volte su pagine di cronaca nera: in due circostanze il pugile era stato addirittura oggetto di tentativi di gambizzazione. Senza considerare le numerose risse, l’ultima delle quali a marzo, dopo la clamorosa sconfitta per ko contro Demchenko. Un talento cristallino che ha sempre dovuto fare a pugni con una testa e un atteggiamento non da pugile. Proprio la supponenza ha, con tutto il rispetto per il pugile ucraino, contribuito a far perdere al romano un match in pieno controllo. Una delusione per tutti gli appassionati, ma soprattutto per l’ex manager Buccioni, che ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport: “Ho saputo per telefono del suo arresto . Non lo vedo dalla rissa del dopo match con Demchenko. Gli ho detto che era libero da ogni vincolo e con me aveva chiuso ogni rapporto. Mi ha risposto che capiva, si scusava e se ne è andato. Ero stato io a volerlo, pensavo potesse fare dei risultati. Purtroppo sono stato cattivo profeta e mi dispiace perché aveva le qualità per emergere. Gli auguro che possa tirarsi fuori e ricominciare a vivere da persona onesta”

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